I sapori d’Italia in testa alle motivazioni di viaggio per turisti italiani e stranieri. Tedeschi e svizzeri in primis
Il 2018 è stato proclamato Anno Internazionale del Cibo Italiano dai ministeri delle politiche agricole, alimentari e forestali e da quello dei beni culturali e del turismo, il che si traduce in un’importante occasione di ulteriore rilancio, attraverso una serie di iniziative a tema, del settore dell’enogastronomia, che già rappresenta una delle eccellenze economiche e culturali del nostro Paese. Forse sarebbe più corretto parlare di “anno del cibo e del vino”, visto che non è facile parlare di cibo a prescindere dal vino, ma viene da sé che il primo includa il secondo come simbolo di attrattiva, ma anche di identità culturale, riguardante tutto il buono che si produce in Italia.
Il nostro Paese è il primo dell’Unione Europea per numero di prodotti agroalimentari riconosciuti, con 279 prodotti DOP e IGP e 526 vini certificati. Il cibo e il vino sono in cima alle motivazioni di viaggio da parte dei visitatori stranieri, ma attirano molto anche gli italiani stessi, non a caso i dati riguardanti il turismo enogastronomico testimoniano un trend in crescita sia presso l’utenza estera, che quella interna.
La struttura ricettiva preferita da chi sceglie questo tipo di vacanza è l’agriturismo, una sistemazione tipicamente italiana, che permette un’immersione totale nei luoghi in cui vengono coltivate le eccellenze culinarie e la possibilità di assistere alla loro creazione, prima ancora di assaggiarle in un contesto ambientale che ne esalta sapori e profumi. Secondo una statistica di Agriturismo.it, nel corso del 2017 la domanda per soggiornare in questo tipo di strutture è salita dell’8,5% rispetto all’anno precedente, con una crescita dell’offerta del 6%. L’utenza straniera occupa il 30% del totale, con i tedeschi al primo posto seguiti dagli svizzeri, ma si è registrato un grande incremento degli americani (+16% rispetto al 2016). La regione più richiesta è la Toscana, che occupa il 34.5% del mercato, con i suoi ampi spazi, ideali per questo genere di strutture.
I dati dello scorso anno, per quanto concerne il turismo in Liguria, sono più che incoraggianti e guardano sempre all’enogastronomia. Escludendo il mese di dicembre, nel 2017 si è registrato un incremento del 3% rispetto all’anno precedente, e nella sola provincia della Spezia il balzo è stato addirittura del 6%. Si tratta di un turismo sempre meno limitato all’alta stagione. Non a caso nel mese di novembre la presenza italiana è salita di oltre il 20%, e quella straniera del 24%. Si va verso la destagionalizzazione auspicata per garantire all’economia ligure una stabilità che duri tutto l’anno. Una destagionalizzazione che porta a superare definitivamente il turismo balneare tradizionale e che cerca altre strade, alla scoperta delle realtà rurali che stuzzicano occhi e palati. Come dimostra la richiesta crescente delle degustazioni in cantina, presso le stesse aziende vitivinicole, anch’esse espressione di un territorio.
Perché l’offerta turistica italiana, e ligure in particolare, sia all’altezza della domanda, specie in un settore in crescita come quello enogastronomico, è necessaria una formazione professionale degli operatori riguardante specifiche competenze per rendere le destinazioni stesse maggiormente competitive, sia come accoglienza che come promozione. A questo proposito, una delle prime iniziative promosse nella nostra regione in occasione dell’Anno del Cibo Italiano è stata l’inaugurazione del Laboratorio didattico “Itinerari turistico artigianali in Liguria” nell’ambito del Corso di Laurea in Scienze del Turismo dell’Università di Genova, stipulato su convenzione con CNA Liguria. Valorizzare l’identità territoriale attraverso i sapori, saper raccontare non soltanto il paesaggio, ma anche i prodotti tipici e il legame fra territorio, tradizione e artigianato che li rende così unici, e far vivere in prima persona al turista l’esperienza della loro coltivazione, sono ormai requisiti fondamentali, in Liguria come nel resto d’Italia, per gli operatori del settore attuali e futuri.