Assaggiatore Onav ed esperto di marketing digitale, ci racconta il connubio tra mondo enoico e virtuale
Digital Strategist e Wine Lover. Marco Andreani, giovane comunicatore del vino, si definisce così. Dopo aver maturato anni di esperienza in Web Agency dove si occupa di comunicazione e marketing digitale, si appassiona alle vigne, alle cantine, ai calici. E così in breve tempo diventa anche esperto assaggiatore e socio ONAV. Le due passioni e competenze si fondono e comincia la sua avventura, prima reale e poi virtuale, nell’universo enologico.
Lei è assaggiatore dal 2011. Ci racconti come è nata la sua passione per il vino.
Il mio personale interesse per il vino nasce e cresce nel periodo post universitario, quando ho cominciato a capire che il vino non era solo una bevanda alcolica o un accompagnamento al pasto, ma poteva darmi molto di più.
Nel 2007, insieme a un amico, decido di iniziare un percorso di approfondimento tecnico nell’ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) affrontando i corsi di primo e di secondo livello (quest’ultimo nel 2011).
Dalle prime bevute curiose è passato ormai qualche tempo, e oggi mi posso dire più consapevole di quello che trovo nel bicchiere. Il tempo trascorso non ha comunque minimamente scalfito la capacità che ha il vino di stupirmi, di coinvolgermi, di portarmi alla condivisione consapevole, nei casi migliori di sorprendermi.
È riuscito a coniugare il mondo del vino con quello digitale, a cominciare da un sito che unisce enologia, arte e letteratura…
Gli inizi della mia attività come blogger (sempre molto di nicchia) risalgono al 2008, quando fondo enotecaletteraria.it, un ambiente che voleva coniugare il mio amore storico per la letteratura a quello, al tempo più acerbo, per il vino.
Negli anni enotacaletteraria.it è cambiata, anche se la volontà di fondo è rimasta la stessa.
Il tempo che ho dovuto sacrificare all’attività di scrittura dei post, l’ho ridefinito rimodellando il sito su altre basi, facendolo diventare quello che è ancor oggi, un archivio sul vino nel mondo della letteratura, della poesia e dell’arte che, pur non avendo la pretesa di essere esaustivo, è ad oggi piuttosto ampio ed eterogeneo.
Oggi mi dedico con maggiore costanza, pianificazione e consapevolezza a winedigitalmarketing.it, dove unisco le competenze professionali di digital marketing a quelle enoiche.
Nel 2016 fonda, appunto, Wine Digital Marketing, un blog di settore. Quali sono le tematiche affrontate?
Le tematiche che affronto sono quelle che reputo essere più utili o interessanti per un’azienda che produce vino, con un occhio di riguardo ai piccoli vignaioli, che ritengo da un lato più bisognosi di una guida digitale, dall’altro più liberi (rispetto a grossi gruppi vinicoli o ad aziende strutturate) di sperimentare e di provare nuove vie comunicative. La volontà alla base del blog è quella di fornire spunti, indicazioni, strumenti, statistiche o semplicemente consigli, riguardanti il tema del digitale a servizio della comunicazione e promozione del vino, delle aziende vinicole, dei territori enoici.
Comunicare il vino sui social. Come si fa?
Il vino sui social si comunica da solo. E se so che questa affermazione può sembrare semplicemente provocatoria, non è molto lontana dalla realtà dei fatti. Il vino è per natura materia emozionale e partecipativa, particolarmente vocata alla condivisione e alla socializzazione. Compito di chi comunica il vino, sia esso una cantina o un wine blogger, è quello di farlo in maniera ragionata e convinta, effettuando le proprie scelte in relazione alla propria filosofia, consapevolmente o inconsciamente all’interno di una visione strategica coerente con la propria identità e i propri obiettivi.
Secondo lei un’azienda agricola oggi, può fare a meno del web?
Partendo dall’assunto che tutto è possibile, diciamo che se sei un’azienda vinicola storica e fortemente caratterizzata, se produci un vino mitico che si vende da solo e di cui tutti parlano, forse allora sei esonerato da alcuni aspetti della comunicazione digitale. Ma, come ben sappiamo, anche i grandi marchi non smettono di far sentire la propria voce, di sperimentare, di cercare nuove vie per la propria comunicazione.
Qui il punto è che con il mondo cambiano anche i consumatori, e gli enoappassionati di domani sono già nati e nasceranno con il digitale in tasca, con gli smartphone, con i social network, con la realtà virtuale, con l’internet delle cose (per citare solo gli aspetti più noti e discussi della rivoluzione digitale in atto).
In definitiva dunque direi che no, non è ormai più possibile prescindere dal mezzo web e dal digitale in generale per la propria comunicazione vinicola.
Quali consigli darebbe a un viticoltore che vuole affrontare una strategia di marketing digitale?
I consigli sono tanti e sempre nuovi perché, per mia fortuna, il digitale è in rapida e costante evoluzione, e nessuno davvero sa con certezza le forme che assumerà domani.
In generale direi che serve non avere pregiudizi nell’approcciarsi all’argomento. Serve una buona dose di curiosità e la volontà di mettersi in gioco. Serve rischiare e serve progettare e pianificare. Servono pazienza, lungimiranza e capacità di adattamento.
Aggiungo infine un punto che reputo di fondamentale importanza perché rappresenta quella battaglia verso la consapevolezza e la dignità del mezzo digitale che combatto, personalmente e professionalmente, ogni giorno.
Serve l’umiltà di comprendere che non perché tutti abbiamo un profilo social allora siamo in grado di fare marketing e comunicazione digitali. La possibilità di comunicare non deve essere confusa con l’arte della comunicazione. Le aziende, non solo vinicole, devono comprendere questo aspetto una volta per tutte.
Per fare marketing digitale è necessario unire la capacità di utilizzare e vivere gli strumenti con competenze specifiche di comunicazione, marketing, scrittura, grafica, tecnologia, etc. Serve cultura digitale e servono validi consulenti a servizio delle aziende vinicole.