Tenacia, grinta e tanta passione. Federica Sala continua l’opera del fratello Valerio in Val Petronio
Siamo nell’entroterra Chiavarese, in un minuscolo angolo della Val Petronio, tanto affascinante quanto sperduto. L’autunno esalta con pennellate brillanti i colori di questa conca naturale, un paesaggio che sa di paradiso e porta paradossalmente il nome di “Casa del Diavolo”, dove è nata l’omonima Azienda Agricola.
Non posso negare un certo turbamento nell’affrontare questa visita, che potrebbe sembrare sconveniente, se non fosse che a incoraggiarmi è stata proprio lei, Federica, dicendomi che ne sarebbe stata felice. Mi concentro su questo e proseguo. Federica Sala, sorella di Valerio, raccoglie il testimone dell’azienda dal fratello scomparso prematuramente. Fotografa presso la Sartoria Canali in Brianza, lascerà il lavoro per occuparsi dell’azienda vitivinicola di famiglia e proseguire il percorso iniziato da Valerio. Una decisione presa in fretta, perché la natura non può aspettare e, malgrado il lutto, Federica ha dovuto fare i conti con una vendemmia imminente da governare e tutto il resto. «Una decisione anticipata» dice, ma già pensata. Ogni weekend venivo qui a lavorare con lui e pianificavamo il nostro futuro, pensando che poi ci saremmo divisi i ruoli, dedicandoci a cose diverse. Lui il vino e magari io le api.»
È un tiepido pomeriggio di ottobre. Ci accomodiamo a un tavolo all’aperto dove ci raggiunge per un saluto il suo bracco Matilde. Più sotto il pollaio è vuoto: gli animali della fattoria sono stati affidati a mani sicure, non avendo più tempo da dedicare loro. Mi guardo attorno. Si percepisce che c’è tanto lavoro da fare, ma la famiglia è con lei, c’è stata fin dall’inizio accanto a Valerio. Padre, madre e zia vivono qui. «So di partire da zero» ripete spesso Federica con tanta umiltà «ma sono disposta a imparare tutto», dice con occhi vivaci e pieni di entusiasmo. «I primi ai quali ho chiesto aiuto sono stati Giorgio e Davide Baccigalupi, enologi che hanno sempre dato consigli preziosi a Valerio.»
Ester, la mamma di Federica, le sta seduta accanto con lo sguardo rassicurante. Racconta, con commozione trattenuta, come tutto ebbe inizio una decina d’anni fa: il sogno di Valerio, gli sforzi di tutta la famiglia e il suo studio maniacale e accanito. «Di giorno nelle vigne, la notte studiava enologia, agronomia, una montagna di libri. Tutto ciò che poteva aiutarlo a capire come fare bene il vino, come voleva lui.»

Le vigne di Casa del Diavolo
Andiamo tra le vigne. Alle nostre spalle la collina e, poco lontano, il paese di Velva che sembra un presepe. Il terreno qui è ricco di minerali e residui di un vulcano spento (Monte Vasca), un terreno che regala ai vini un’impronta ben definita. Con la mascherina abbassata Federica mostra un sorriso disarmante, e parla con trasporto: «La proprietà vitata è di circa un ettaro, ma l’intento è quello di ampliare, come avevamo già deciso con Valerio.» C’è stata sempre una bella intesa tra i due fratelli. Anche il progetto di costruire una cantina nuova più grande e adeguata era già avviato. Visitiamo la piccola cantina. Qui ci sono le botti d’acciaio che accolgono la vendemmia 2020.
Torniamo al tavolo a degustare i vini. Bianchetta, Ciliegiolo, Dolcetto: sono queste le uve locali con le quali sono prodotti i vini di Casa del Diavolo. Le bottiglie hanno etichette molto particolari, opera della mano artistica di Federica. Degustiamo i quattro prodotti dell’Azienda: “Ciana” Bianchetta in purezza, con macerazione sulle bucce di 24-36 ore; dopo 10 giorni circa di fermentazione, fa malolattica, affinamento in bottiglia per 6-8 mesi e quindi esce l’anno successivo; “Nuaggi” Rosato da Uve Ciliegiolo vinificate in bianco. Il nome viene dalla località omonima dietro casa; “Muntà” Dolcetto 100%. Le uve raccolte fanno una settimana di macerazione con rimontaggi non troppo spinti, resta in acciaio e affina in bottiglia. Tannino piacevole; “X-18” Bianchetta macerata molto interessante, con un corredo olfattivo incredibile.

Le quattro etichette di Casa del Diavolo
Infine, voglio ringraziare l’Azienda Casa del Diavolo per la calorosa accoglienza, ma forse direi meglio ringrazio per il clima confidenziale che la famiglia Sala ha saputo creare dedicandomi tempo e piacevoli attenzioni. Federica è una persona speciale che dimostra di avere le carte in regola per intraprendere il nuovo percorso. Avrà tanto da lavorare ma è giovane e ha il temperamento giusto: volontà di ferro, tenacia, grinta e soprattutto tanta passione che è l’ingrediente principale per la buona riuscita di tutte le imprese. Buona fortuna!