Dalla Piana di Luni a Castelnuovo Magra. Itinerario turistico fra tesori artistici e aziende vinicole

Fosdinovo, Castello Malaspina
Un lembo di terra stretto tra le Alpi Apuane e il Mar Ligure e un vitigno a bacca bianca semi-aromatico. Quella tra il Vermentino e la riviera di Levante è una storia d’amore già nota ai tempi di Plinio il Vecchio che, nella sua Naturalis Historia, cita il Lunense, il vino prodotto dagli Antichi Romani come un prodotto che, a suo dire, portava il vanto su tutti i vini dell’Etruria.
La migliore espressione del Vermentino è oggi sintetizzata dal Colli di Luni, che ha ottenuto la D.O.C. nel 1989 ed è prodotto in un territorio circoscritto, a cavallo tra Liguria e Toscana e comprendente 3 comuni in Toscana e 14 nella provincia spezzina.
Sulla strada del vino che attraversa i Colli di Luni, numerosi gli itinerari possibili, alla scoperta di saperi e sapori tipici del territorio. A partire dalla Piana di Luni, antica colonia romana fondata nel 177 a.C., dove fioriva il Portus Lunae, i cui resti sono conservati e visitabili nel Museo Archeologico Nazionale di Luni, con un percorso tematico grazie al quale è possibile seguire l’evoluzione della città di Luna, dalla fondazione fino all’epoca imperiale.
Risalendo lungo le colline, puntellate da vigneti e uliveti, si incontra Castelnuovo Magra, borgo medievale, con la torre merlata del Palazzo Vescovile e la Chiesa di Santa Maria Maddalena, edificio del XVII secolo che ospita una Crocifissione di Pieter Brueghel il Giovane. Nella Torre del Castello di Luni è possibile visitare il Museo Multimediale del Vermentino, inaugurato nel 2011, che permette di conoscere da vicino questo vitigno e i suoi territori d’elezione. Merita una nota degustativa, tra i prodotti più tipici di questo territorio, la prosciutta castelnovese di Mirko Bertini, definita dal suo inventore “la moglie del prosciutto”: un salume maturato nella tranquillità per almeno sette mesi, brevettato e inserito nell’elenco dei prodotti tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole.
Arrivo di questo itinerario immaginario è Fosdinovo, porta della Lunigiana e borgo toscano del “buon vivere”, dominato dal Castello Malaspina, la cui costruzione ha inizio nel XII secolo e che ospita un museo e un centro culturale. A testimonianza dell’impegno civile di questo territorio e a sostegno della memoria storica, Fosdinovo è sede del Museo Audiovisivo della Resistenza, inaugurato nel 2000, dedicato alla narrazione di vicende e valori dell’antifascismo e della lotta di liberazione.
In questa cornice naturalistica e storica in cui si intrecciano borghi medievali, uliveti e vigneti, fra queste dolci colline dell’estremo Levante ligure che sconfinano in Toscana, negli anni la dinastia del Vermentino si è sviluppata sempre più, grazie ad aziende vitivinicole rappresentative del territorio e custodi di un prezioso sapere: “fare vino”. Terenzuola, azienda di Ivan Giuliani sita nel cuore dei Colli di Luni, tra la piana di Caniparola e le colline di Fosdinovo. Ottaviano Lambruschi, nel comune di Castelnuovo, sviluppata dall’intuizione del suo fondatore che, nella metà degli anni ’70, decide di lasciare il lavoro nella cave di marmo di Carrara e acquista due ettari di bosco, dando vita al suo primo vigneto. E ancora, La Pietra del Focolare, di Laura Angelini e Stefano Salvetti, con i suoi tredici vigneti nelle colline del Sole. E I Pilastri, azienda agricola di Francesca Pascale, che produce vino biologico sulla prima collina di Fosdinovo. Alcuni esempi di aziende nei Colli di Luni, dove le vigne crescono rigogliose, cullate dalla tiepida brezza che soffia dal mare.